Scendo in cantina, e cerco e trovo un Naima Wilburger 2006, cosa c’è di meglio che parlare con Bruno attraverso il suo vino. Guardo la bottiglia, polverosa e fresca, guardo l’etichetta in quel gioco di linee e contrasti che solo un incisione di Wilburger poteva esprimere. La riguardo ancora e penso al coraggio di proporre un grande vino con un immagine moderna e non facile, ma soprattutto proporre da più di vent’anni un vino che non fai oggi per domani e che deve durare guardando oltre gli anni che ti girano attorno. Una concezione scontata ma che nel Cilento solo da pochi anni ha convinto e coinvolto altri produttori.